Statuine Presepiali di Antonio Tambuscio - La Tradizione Ceramica Ligure
Queste statuine presepiali, realizzate da Antonio Tambuscio tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, sono un magnifico esempio della tradizione ceramica ligure. Con altezze variabili tra 21 e 23 cm, queste figure in ceramica incarnano la maestria artigianale di un'epoca in cui il presepe era al centro delle celebrazioni natalizie italiane.
Antonio Tambuscio (1870-1931) nacque a Savona, una città con una lunga tradizione ceramica. Dopo aver lavorato per le manifatture "Ricci" di Savona e "Maria Rosciano" di Albisola, Tambuscio fondò con il fratello Francesco il laboratorio ceramico "E.lli Tambuscio Ceramiche" a Savona, specializzandosi nella produzione di statuine presepiali. Queste opere, prodotte nel loro laboratorio di via Saredo, nel sobborgo Fornaci, divennero presto tra le più richieste nel mondo del collezionismo, grazie alla loro qualità e alla fedeltà alla tradizione italiana.
Caratteristiche principali:
- Autore: Antonio Tambuscio (1870-1931)
- Anno/Periodo: Fine XIX - Inizio XX secolo
- Dimensioni: Altezza variabile tra 21 e 23 cm
- Tecnica: Ceramiche dipinte a mano
Tambuscio fu allievo di Antonio Brilla, noto per la sua abilità nella modellazione di figurine da presepe. Seguendo l'esempio del suo maestro, Tambuscio riprese la tradizione ceramica ligure, introducendo elementi di antichi stili italiani. Le sue statuine sono caratterizzate da un'espressività immediata e una minuziosa attenzione ai dettagli, che le rendevano oggetti preziosi non solo per il loro valore decorativo, ma anche per la loro capacità di raccontare storie.
Le statuine prodotte nella bottega dei fratelli Tambuscio sono oggi molto apprezzate nel mondo del collezionismo, grazie alla loro autenticità e al loro legame con una tradizione artigianale che affonda le radici nel XVIII e XIX secolo.
Aggiungi queste statuine presepiali alla tua collezione per possedere un pezzo di storia della ceramica ligure, creato da uno dei più rinomati ceramisti della sua epoca.
